La Broccante - Restauro lampadari antichi - Ricostruzione lampadari artistici
Il profilo
SAN SALVARIO: LE BOTTEGHE ARTIGIANE
GOCCE DI LUCE
Lampadari artistici in via Silvio Pellico

San Salvario: Le botteghe artigiane Gocce di Luce Lampadari artistici in Via Silvio Pellico "La Broccante" si affaccia su via Silvio Pellico, al numero 16, con tre ampie vetrine. Espone qualche mobile d'epoca, ben restaurato: un armadio ottocento, una credenza della nonna, una libreria liberty, un parafuoco, tavolini, poltroncine, soprammobili, specchiere. Alle pareti appliques di ogni foggia e stile; al soffitto lampadari, lampadari, lampadari. Ma fin qui niente di speciale: di negozi come questo a Torino ce ne sono mille, arredati con buon gusto, con una apprezzabile selezione di piccoli mobili e di completamento d'arredo, magari specializzati in lampade. E' vero. Ma l'atmosfera speciale di questo negozio si respira nel locale accanto, nel laboratorio, dove la signora Manfredi crea i suoi lampadari preferiti, quelli a goccia. Ha imparato l'arte quasi per gioco, fin da bambina, aiutando i genitori durante le vacanze e nel tempo libero dalla scuola; più tardi, dopo il diploma, la morte improvvisa del padre l'ha costretta a lasciare un buon impiego per affiancare la madre, ormai rimasta sola a gestire l'attività allora situata in Via Belfiore. Ma oggi è ben contenta di avere fatto questa scelta. E' diventata così brava che antiquari e collezionisti dall'Italia e dall'estero ricorrono a lei per il restauro di pezzi particolari. Si tratta di lampadari del settecento o dell'ottocento, anche di grandi dimensioni. Li agganciano a un ponteggio da muratore capace di sostenere pesi notevoli e qui cominciano le operazioni di restauro. Liberata completamente dai vetri e dai cristalli la struttura deve essere rivista, eventualmente saldata nei punti cedevoli, lavata, verniciata, antichizzata. Si studia intanto la realizzazione dell'impianto elettrico. A volte "dice la signora Maura" è più facile intervenire su lampadari che sono rimasti alla candela e che non hanno mai visto un filo della luce: le vecchie elettrificazioni, che risalgono magari al primo novecento, creano spesso problemi non indifferenti e mettere l'impianto a norma diventa un'ardua impresa. A questo punto i cristalli, lavati e selezionati in base al grado di conservazione, vengono di nuovo assemblati. Legate ad una ad una con sottili fili di ottone invecchiato le perle tornano a formare lunghe ghirlande, le foglie e le placche a pendere secondo il disegno originario, i prismi a rifrangere la luce, le bobèches a sorreggere le finte candele. I pezzi mancanti vengono sostituiti ricorrendo alla vasta riserva di vetri d'epoca che, scovati via via nelle botteghe e nei mercatini antiquari, sono classificati per tipo e conservati nelle scatole disposte ordinatamente sugli scaffali. Man mano che il lavoro procede l'effetto è sorprendente poiché si coglie appieno il fascino delle mille variazioni sul tema per cui un lampadario, che il profano definisce genericamente "Stile Impero", diventa unico. Quando le complesse operazioni sono ultimate (l'ultimo grosso lavoro ha richiesto quasi due anni) c'è ancora da imballare il tutto: la struttura viene assicurata ad una gabbia di legno ed eventualmente, se di grandi dimensioni, smontata a pezzi che possano essere contenuti in un camion o passare da una porta; i cristalli devono essere avvolti uno per uno nella carta velina per evitare che si scheggino o si frantumino cozzando l'uno con l'altro: solo allora si può procedere alla spedizione. E' un vero peccato che la signora Maura non abbia conservato una documentazione fotografica dei lampadari che ha restaurato o che ha creato ex novo su disegni d'epoca: le dimensioni, i materiali, i particolari della lavorazione che chiunque entri nel laboratorio artigianale può ampiamente apprezzare, rimangono appiattiti e banalizzati nel pur ampio catalogo che viene presentato ai clienti. Ma anche questo fa parte di un modo tutto torinese di operare: non enfatizzare ciò si fa, lasciar credere a chi passa da Via Silvio Pellico che questo sia un negozio come un altro, e aprirsi e svelare i propri segreti solo a chi dimostra capace di apprezzarli.

Anna Ferralasco

Articolo estratto da OLTREPO e San Salvario Novembre-Dicembre 2003 Anno 33 N. 3